convegno Serrao 2008

CONVEGNO INTERNAZIONALE DI STUDI
"Paolo Serrao e la musica a Napoli

nella seconda metà dell'Ottocento"


Arcavacata di Rende (CS),
Aula Magna dell’UNICAL
5-7 dicembre 2008


Resoconto a cura di


Annunziata Procida



La figura, le composizioni, il pensiero musicale di Paolo Serrao (1863 – 1907) e il panorama artistico del periodo in cui egli operò attivamente a Napoli, sono stati oggetto del Convegno internazionale di studi "Paolo Serrao e la musica a Napoli nella seconda metà dell'Ottocento", organizzato dall'Ibimus Calabrese e svoltosi nei giorni 5-7 dicembre 2008 presso l'Aula Magna dell'Università della Calabria, per commemorare, seppure con un anno di ritardo, il centenario della morte del compositore. La Regione Calabria, l'Università della Calabria, il Corso di Laurea in Dams, l'Imaie e il patrocinio della Società Italiana di Musicologia hanno contribuito alla realizzazione dello stesso.


Dopo i saluti, tra cui quelli di Paologiovanni Maione (SIdM) e Agostino Ziino (presidente onorario dell'IBIMUS Calabrese), la prima giornata del Convegno, presieduta da Markus Engelhardt, si è aperta con alcune relazioni volte a delineare l'ambiente culturale napoletano al tempo di Paolo Serrao, tra cui quella di Luigi Sisto (Paolo Serrao, Francesco Cilea, Raffaele Calace e la nascita delle collezioni di strumenti musicali del conservatorio di "San Pietro a Majella") e quella di Gaetano Stella (La produzione musicale di Pietro Platania negli anni della sua direzione al Conservatorio di Napoli, 1885-1902). A conclusione della prima sessione sono stati eseguiti dei brani inediti di Serrao interpretati da Giuditta Davoli e Pietro De Fazio al pianoforte, il soprano Caterina Francese e la violinista Anna Pugliese accompagnati al pianoforte da Francesco Silvestri.


La seconda sessione dei lavori, presieduta da Paologiovanni Maione, si è aperta con la relazione di Antonio Caroccia, Serrao e il Real Collegio di musica di Napoli, che ha evidenziato essenzialmente l'attività didattica e di compositore del musicista calabrese, oltre che l'impegno, all'interno della Commissione per il riordino dei Conservatori italiani, insieme a Verdi, a rinnovare anche la didattica della composizione.


L'intervento di Francesco Caruso "Gli anni napoletani di Paolo Serrao": la sua carriera all'interno del Conservatorio di Napoli, prendendo in esame il fascicolo personale di Serrao, contenuto all'interno dell'Archivio Storico del Conservatorio di Napoli, ha messo in evidenza alcuni aspetti biografici importanti del compositore: le origini, le nomine, gli stipendi e le tante e varie mansioni ricoperte da Serrao a partire da febbraio 1860 fino alla fine del secolo.


Loredana Pati (Paolo Serrao alla "Scuola pianistica" di Lanza) ha curato il rapporto fra il musicista calabrese e il suo maestro. Lanza (1783 – 1862), insegnante presso il Conservatorio di Napoli, è stato autore di un metodo per pianoforte, pubblicato postumo nel 1864.
Federica Nardacci (Musicisti della scuola napoletana. Carlo Conti, maestro di Paolo Serrao) ha delineato la biografia di Carlo Conti analizzandone la figura attraverso le testimonianze pervenuteci da Francesco Florimo e dallo studio del carteggio privato conservato nell'Archivio Conti ad Arpino, città natale del compositore. Sono emersi forti rapporti di stima e amicizia che legarono Conti con il suo maestro Zingarelli, con Romani e con Bellini, di cui fu maestrino. Tale opportunità gli venne offerta dopo il suo primo vero esordio, che avvenne nel 1819 con l'opera buffa Le truppe in Franconia.


Carla Di Lena, nella sua relazione La formazione del pianista a San Pietro a Majella nel XIX secolo: la presenza dei classici nei programmi di studio, ha messo in evidenza quale ruolo abbia avuto la presenza dei classici viennesi nell'ambito della cosiddetta scuola pianistica napoletana dell'Ottocento: in particolare Thalberg, personaggio-chiave per la vita musicale napoletana.


Ad aprire la sessione pomeridiana, presieduta da Agostino Ziino, è stata la relazione di Giorgio Sanguinetti (Paolo Serrao come teorico e maestro) che ha preso in analisi i "partimenti" come didattica della composizione. Questo metodo compositivo, caratteristico del '700, risulta abbozzato su un unico pentagramma allo scopo di servire come guida per un'improvvisazione alla tastiera. Sanguinetti nel presentare all'uditorio alcuni esempi di partimenti, ha sottolineato come questo metodo, per la sua rigidità, giustifichi il fenomeno di plagio fra i musicisti dell'epoca.


Paolo Sullo, con la relazione Paolo Serrao, maestro di contrappunto, ha presentato un'interessante carrellata di studi contrappuntistici di alcuni dei più famosi allievi di Serrao, Cilea in primis.


L'intervento successivo lascia il Serrao teorico per presentare il Serrao musicista: Jesse Rosenberg ha scelto con Pugliese il titolo della sua relazione: Trascrizioni e musiche strumentali originali di Paolo Serrao. Il termine "originale" qui ha doppia valenza: la prima ne attesta la paternità, la seconda la qualità della composizione stessa. Considerando la trascrizione come un'arte, una capacità, un esercizio di stile, Rosenberg invita l'uditorio ad analizzare un eccellente esempio scritto da Serrao nel 1876: Andante e Fuga per Quartetto, tratto dal repertorio pianistico di Mendelssohn.


Antonio Rostagno con la relazione La composizione orchestrale di Serrao, si è soffermato sull'approccio sinfonico di Serrao, che occupa una piccola parte del suo repertorio musicale. Il primo approccio del musicista con la sinfonia avviene negli anni 1850-51 con una composizione dalla struttura ciclica, che a differenza di partiture di contemporanei di Serrao, non è caratterizzata dalla forma rossiniana. Del 1871 è un'altra sinfonia, un omaggio a Mercadante, dove Serrao inserisce lo stesso schema della sinfonia fantastica del maestro, riproponendo la struttura ciclica già sperimentata in giovinezza e inserendo degli interessanti fraseggi non comuni alla sua epoca.
A chiudere la giornata è la relazione Senza scena: l'opera ottocentesca nelle parafrasi e fantasie per pianoforte a quattro mani di Paolo Serrao di Giuditta Davoli, che ha analizzato le composizioni per pianoforte a quattro mani di Serrao, che come molti altri compositori del suo tempo, rielaborò i temi più celebri delle opere del tempo.


Nell'ultima giornata, presieduta da Francesco Paolo Russo, è stato dato ampio spazio alla produzione operistica di Serrao. Si inizia con l'intervento di Lucio Tufano, Tra dramma e melodramma, tra storia e mito: il 'Pergolesi' di Quercia e Serrao (1857). Nella stesura del Pergolesi, Quercia e Serrao ricostruiscono la vita del musicista partenopeo con l'intento di innalzare una sorta di 'monumento sonoro' a una figura già mitica, un'ulteriore esaltazione dell'identità culturale, in un periodo di crisi profondo, quale la caduta dell'impero borbonico.
Francesco Bissoli, Una lettura dell'opera 'La Duchessa di Guisa', ha proposto un'attenta analisi - soprattutto del III atto - dell'opera La Duchessa di Guisa su libretto di Piave, in scena per la prima volta al Teatro San Carlo nel 1866.


Tiziana Affortunato (Le opere teatrali di Paolo Serrao nei periodici napoletani del secondo Ottocento: primi esiti di una ricezione 'difficile') affronta l'approccio della critica alle opere teatrali di Serrao. Dalla relazione si evince come e quanto la nascita delle testate cattoliche e la situazione storica napoletana contingente, frutto della recente unità d'Italia, abbiano influito sulla difficoltà dell'accoglienza e della ricezione delle opere del Maestro calabrese.


Enrica Donisi (Un allievo di Paolo Serrao e le attività didattico-culturali fra Napoli e Terra di Lavoro) ha messo in luce i rapporti che legarono Paolo Serrao a Terra di Lavoro sia sul piano culturale che su quello dell’influenza didattica. A tal fine si è ricostruita la vita professionale di Carlo Filosa, allievo di Paolo Serrao e sono stati fatti riferimenti a tre librettisti attivi fra Terra di Lavoro e Napoli: Carlo de Ferraris, Federico Quercia e Enrico Golisciani.


Marilena Gallo e Giuseppina Montagnese (Guido Serrao: la musica come eredità) continuano il discorso iniziato dalla Donisi e focalizzano l'attenzione su due dei figli di Paolo Serrao, Guido (compositore e direttore d'orchestra) ed Isaura (soprano).
Le Conclusioni affidate a Tufano hanno evidenziato come "da queste relazioni siano emersi stimoli, spunti, curiosità, che necessitano di approfondimenti".


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