Il convegno è stato realizzato grazie al contributo concesso dalla
Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali del
Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo.
Nella splendida cornice del Salone degli Stemmi del Palazzo arcivescovile di Rossano, il 28 e il 29 dicembre scorso si è tenuto l’importante Convegno di Studi sul tema “Domenico Scorpione e la musica dei francescani fra Sei e Settecento”, organizzato dall’Istituto di Bibliografia Musicale Calabrese, realizzato con il contributo della Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo in collaborazione con l’Istituto Italiano per la Storia della Musica e con l’Arcidiocesi di Rossano Cariati e con il contributo non oneroso del Comune di Corigliano Rossano e della Fondazione Ottavio Ziino. Il Convegno, realizzato in modalità mista con molti relatori collegati in videoconferenza a causa delle restrizioni imposte dalle norme in vigore per il contenimento della pandemia da Covid-19, è stato fortemente voluto dall’Ibimus quasi a voler sottolineare, come ha avuto modo di ricordare in apertura dei lavori Francesco Paolo Russo, neo eletto presidente dell’Ibimus, la volontà di riprendere quelle attività culturali e di ricerca inevitabilmente mortificate in questo periodo, una fiammella di speranza in questo forzato buio della cultura e della ricerca. Le due giornate di studi, inevitabilmente modificate nella loro originaria organizzazione, vogliono comunque rappresentare un primo passo di un più ampio progetto dedicato a Scorpione, figura fondante dell’identità musicale calabrese, a cui saranno dedicati altre giornate di studio, anche di tipo performativo.
Monsignor Giuseppe Satriano, arcivescovo della Diocesi di Rossano, nei suoi saluti, ha sottolineato l’importanza per la diocesi di ospitare il convegno dedicato a Scorpione, un modo di aprirsi alla città e alla società, una operazione di resistenza e al tempo stesso e un modo di ritornare a esistere valorizzando un passato che può diventare sorgente di luce per un futuro tutto da costruire, in cui la discussione e il confronto possano costituire il preludio di una nuova stagione. Ha portato i saluti agli studiosi e ai partecipanti convegnisti l’assessore al turismo del Comune di Corigliano Rossano Tiziano Caudullo ed è intervenuto più volte, nel corso degli interventi, il prof. Agostino Ziino, Presidente onorario dell’Ibimus calabrese e professore emerito dell’Università di Roma - Tor Vergata.
Di particolare interesse l’intervento di apertura di Luca Parisoli, docente di Storia della Filosofia antica e medievale all’Università della Calabria, incentrato sul rapporto tra Musica e identità francescana, che ha fornito numerosi spunti di riflessione per ulteriori ricerche sul pensiero e sul ruolo del movimento francescano e sulla stessa opera di Scorpione, in particolare sulle sue Riflessioni armoniche, analizzate in una chiave e in una prospettiva filosofica, soprattutto in quelle parti in cui il musicista e teorico rossanese abbozza una Storia della Musica che ritiene funzionale al resto della sua opera teorica.
Maria Paola Borsetta ha ampiamente illustrato l’articolata attività musicale a Rossano, città natale di Scorpione, tra Sei e Settecento, comprese le abitazioni private soffermandosi in particolare su alcuni musicisti che ebbero numerose relazioni con la città di Cosenza, e avvalendosi di un importante e prezioso lavoro di ricerca compiuto negli anni, in particolare negli archivi di Stato di Cosenza e Castrovillari.
L’intervento di Annunziato Pugliese si è incentrato su Girolamo Ruffa “da Tropea”, anch’egli francescano, allievo di Scorpione e importante compositore e teorico del primo Settecento, maestro di cappella della cattedrale di Mileto e autore di un importantissimo Introduttorio Musicale per ben approfittarsi nel canto figurato, dato alle stampe a Napoli nel 1701. La relazione di Pugliese, Presidente dell’Ibimus fin dalla fondazione dell’Istituto (1988) fino allo scorso aprile, evidenzia, ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, il ruolo centrale in ambito culturale e sociale, oltre che musicale, del francescanesimo in Calabria. Ruffa è un musicista che, in qualche modo, segue le orme del suo maestro Scorpione, partecipando attivamente alle discussioni teoriche e speculative e affrontando al contempo il quotidiano lavoro della pratica compositiva.
La prima giornata di studi dedicata a Scorpione si è chiusa con la relazione di Massimo Distilo incentrata sulle Riflessioni armoniche del compositore rossanese, pubblicate nel 1701. Distilo, oltre ad indagare sul tema dell’accordatura degli strumenti musicali, argomento piuttosto corposo all’interno delle Riflessioni armoniche, si è soffermato in particolare su alcuni aspetti del lavoro di Scorpione, trattatista e compositore allo stesso tempo, attento quindi ad accordare gli elementi della teoria speculativa con la pratica concreta del fare musica.
In apertura della seconda giornata di studi, Francesca Ravenda ha fornito una panoramica completa sulle dedicatorie di tutte le opere di Scorpione, evidenziando in particolare quelle parti delle dediche che più mettevano in rilievo i rapporti intercorrenti tra il dedicatario e lo stesso Scorpione.
Nella sua ampia e articolata relazione (Musica e francescani nel nuovo mondo: il caso di Pedro De Gante), Annibale Cetrangolo ha fornito un interessante spaccato dell’attività musicale del francescanesimo nel nuovo mondo e dell’influenza che tale attività, esercitata attraverso alcune figure di rilievo del mondo francescano, ha esercitato anche in ambito sociale, all’interno di una società “in formazione”, inevitabilmente aperta e curiosa alle novità e alle sollecitazioni culturali provenienti dalla vecchia Europa.
Francesco Paolo Russo ha incentrato la sua relazione sull’unico lavoro teatrale di Scorpione, il Giulio Cesare in Egitto, melodramma rappresentato a Messina nel 1681 e, in particolare, sul libretto, giunto a noi in un’unica copia, peraltro incompleta, conservata presso la Biblioteca comunale della città di Palermo (la musica di Scorpione, purtroppo, è andata perduta. Russo, nel corso del suo intervento, ha voluto ricordare la preziosa, fondamentale collaborazione della dott.ssa Eliana Calandra, responsabile del polo SBN della Biblioteca Comunale di Palermo “Leonardo Sciascia”, che si è attivata in tutti i modi per rendere possibile la stesura delle note del suo intervento.
I lavori del Convegno si sono chiusi con l’intervento di Domenico Martire dedicato a Daniele da Castrovillari, minore conventuale e musicista “peritissimo”, maestro organista per tanti anni nella cattedrale di Ferrara nella metà del Seicento e attivo come operista nella Venezia di Francesco Cavalli e di Marcantonio Cesti. L’ampio e articolato contributo dello studioso fornisce moltissimi elementi di discussione, costituendo al contempo uno stimolo e una forte sollecitazione per gli studiosi a intraprendere ulteriori ricerche su un musicista di primo piano ancora in attesa di essere riscoperto e valorizzato, anche se nel 2015, a San Francisco a cura di Céline Ricci e della sua Associazione no profit Ars Minerva, è stata messa in scena in prima assoluta moderna La Cleopatra, unico lavoro teatrale di Daniele da Castrovillari giunta fino a noi completa di musica e libretto.
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